Le associazioni dilettantistiche sportive sono state messe a dura prova dalla pandemia da Covid-19. Tutti sappiamo tutto dei campionati sospesi, delle partite a porte chiuse, delle ingenti perdite economiche, ma i media hanno parlato poco di un mondo sportivo che riveste un importante ruolo sociale ed economico, quello delle associazioni sportive dilettantistiche.
Gare annullate e calo degli iscritti, a fronte di spese di gestione per niente diminuite, sono solo alcune delle conseguenze che queste società hanno dovuto affrontare. Molte di esse lottano per la sopravvivenza, anche perché è difficile programmare e organizzare in un periodo così incerto, dove anche gli sponsor si tirano indietro di fronte all’eventualità che gli eventi vengano annullati senza alcuna possibilità di ristoro economico.
Ne parliamo con Michele Volpe, Presidente della ASD AEQUA TRAIL RUNNING – Campania, con sede nella splendida Vico Equense.
Michele, anni 49, vanta un passato da professionista runner di tutto rispetto, in particolare negli anni ’90. Il suo è un profilo sportivo piuttosto interessante, non soltanto per le vittorie e i record ottenuti, ma anche per l’eterogeneità dei percorsi. Una carriera iniziata a soli 8 anni, con la partecipazione alla sua prima gara di atletica, per poi continuare a gareggiare su strada e in pista, nelle categorie giovanili prima, e negli assoluti poi. Nel 2004, infine, ha scoperto il trail uno sport che gli permetteva di unire le sue due grandi passioni, la corsa e la montagna e ha così deciso di fondare la Asd Aequa Trail Running, di cui è oggi il presidente. Nel 2010 ha organizzato la prima gara trail in Campania, l’anno successivo ha dato il via al circuito Trail Campania, costituito all’inizio da 4 gare, per poi arrivare alle attuali 13 gare previste ogni anno.
I vari DPCM contenenti le misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 hanno messo a dura prova la tenuta economica del settore delle associazioni sportive dilettantistiche. Michele, voi, come associazione che problemi avete dovuto affrontare in questo lungo anno?
In verità non abbiamo avuto grandi problemi economici come associazione, visto che a livello operativo e organizzativo ci affidiamo molto al nostro operato di volontariato e al sostegno degli sponsor locali e non. Di difficoltà ce ne sono state tante a causa dell’annullamento di tutte le gare in programma (ben 12) soprattutto per tutto l’indotto correlato.
Le gare di trail sono un evento che riguarda tutta la cittadinanza e tutte le attività economiche del luogo in cui vengono organizzate. Basta pensare alle convenzioni con le strutture turistiche-alberghiere che consentono agli atleti, che provengono da tutte le parti d’Italia e non solo, di soggiornare a costi più bassi e magari approfittare della gara per trascorrere un week-end con la famiglia in costiera.
Pensiamo anche ai premi che non sono rappresentati da coppe o medaglie ma da prodotti tipici o attrezzatura sportiva, forniti dagli sponsor.
Pensiamo alle amministrazioni comunali che in questi ultimi anni hanno lavorato tanto sulla manutenzione e riqualificazione dei sentieri di montagna, per renderli fruibili e funzionali.
Il trail in Campania è fortemente legato alla riqualificazione e rivalutazione del territorio, è una sorta di slancio per le attività turistico-ricettive e culturali che a loro volta hanno interesse a sponsorizzare e promuovere i nostri eventi. Questo circolo economico virtuoso quest’anno è stato irrimediabilmente spezzato.
E per quanto riguarda gli iscritti all’associazione?
Gli atleti iscritti all’associazione e, in generale, tutti gli atleti che partecipano alle gare, oltre ad avere il certificato medico idoneo, devo anche avere la tessera di affiliazione a un ente del Coni e la polizza assicurativa. Si versa una quota annuale; quest’anno gli atleti hanno effettuato i pagamenti regolarmente ma non hanno usufruito di nessun servizio e non è stato previsto per loro alcun rimborso. Nel 2021 dovranno rifare i versamenti se desiderano prendere parte alle gare, ma il nostro timore, considerando anche l’avanzamento della pandemia e il continuo stato di incertezza in cui viviamo, è che qualcuno decida di soprassedere e non di partecipare, e quindi dover registrare un calo degli iscritti.
Ci dicevi che avete dovuto annullare ben 12 gare…
La prima gara annullata è stata il Trail Città di Ravello del 1° marzo. Eravamo ancora agli inizi di questa pandemia, tutto era pronto, locandine, sponsor, premi, promozione. Annullarla da un giorno all’altra è stato difficile e anche, economicamente, pesante.
Una ad una, tutte le gare sono state annullate di seguito, senza che si potesse far nulla, e con esse sono saltati mesi di programmazione, convenzioni, sponsorizzazioni con forti ripercussioni su tutto l’indotto turistico-ricettivo abbinato ai vari percorsi.
Quali sono gli accorgimenti e misure anti-covid che si potrebbero mettere in campo per far riprendere le gare di trail in tutta sicurezza?
Onestamente ritengo che le gare di trail siano, già di per sé, molto “distanzianti” e “in sicurezza”. Mi spiego meglio. Innanzi tutto a queste gare partecipano un piccolo numero di atleti; il trail, inoltre, è una questione di sfida personale e concentrazione. A livello dilettantistico, soprattutto, non c’è la corsa alla vittoria. Ogni atleta fa il suo percorso in totale autonomia, concentrato sul proprio corpo e sul proprio ritmo, quindi in sostanza si è da soli, con la regola del distanziamento interpersonale più che rispettata.
Sul percorso ci sono i volontari della Protezione Civili e il personale dell’organizzazione che segue gli atleti durante l’evento; è difficile che ci sia un gran numero di spettatori, visto che comunque si tratta di percorsi di montagna, impervi, non come nelle gare su strada dove il pubblico è assai presente.
Per il 2021 che progetti avete?
Beh, innanzi tutto speriamo di poter tornare alla normalità, o quanto meno che vengano previste delle normative ad hoc per lo svolgimento delle manifestazioni sportive, anche dilettantistiche e regionali. Per il resto, siamo sempre fiduciosi e stiamo organizzando la programmazione annuale come sempre.
E anche noi di inoutsport siamo fiduciosi che questa pandemia finisca al più presto, riportandoci quella normalità che spesso ritenevamo troppo “normale” o “di routine”. Mai come ora ci stiamo rendendo conto di quanto sia importante lo sport nelle nostre vite e di quanto sia auspicabile che si possa riprendere come un tempo. Soprattutto per le società dilettantistiche, oltre al lato economico, c’è tutta una serie di fattori coinvolti che sono messi a dura prova. Le società dilettantistiche spesso aiutano i ragazzi che non avrebbero modo di seguire allenamenti costosi, intervengono nel favorire il benessere fisico e psicologico di sportivi di tutte le età e, nelle realtà più disagiate, anche nel porre un argine all’illegalità.
Arrivederci alla prossima Michele, sperando di poterti intervistare durante una delle gare annullate quest’anno e riprogrammate per il 2021.